Karate: allenamento, mosse e cinture [FOTO]

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Il Karate è un’arte marziale giapponese che significa letteralmente “mano vuota”: la sua storia risale almeno al 14° secolo ad Okinawa quando le tradizioni indigene del posto vennero unite con quelle cinesi (Shaolin Quanfa) ed alcune influenze giapponesi (Yawara / Koryu Ju Jitsu / Bujutsu). Dalla loro fusione nacque dunque il Karate che conosciamo tutt’oggi.

Sviluppo dell’agilità, della forza, della resistenza aerobica e della concentrazione: il Karateka, che ha alle spalle gli anni di esercizio e la meditazione richiesta, dovrebbe infatti essere un uomo sereno, pacifico e senza timore. Scopriamo come arrivare a provare queste sensazioni.


– Origini del Karate

Una leggenda narra che nel 6 ° secolo il monaco buddista Daruma Taishi raggiunse il Monastero Shaolin e vi fondò il buddismo Ch’an (Zen), addestrando i monaci con esercizi fisici, in modo che fossero in grado di resistere i lunghi periodi di meditazione. Nacque lo Shaolin Kungfu dal quale si svilupparono molti altri stili di arti marziali cinesi (Wushu). Visto che il Karate trae le sue radici da quelle cinesi, si considera discendente di questa tradizione.

Nella sua forma attuale il Karate si è sviluppa presso le isole Ryukyu, in particolare sull’isola di Okinawa, nel 14° secolo. Vista la sua efficacia per molto tempo questa disciplina venne vietata alla popolazione e pertanto la sua pratica rimase privilegio di poche famiglie di samurai. Solo dopo il 1875 il Karate iniziò ad emergere dalla segretezza.


– I principi morali del Karate:

– Dojo Kun (Dō = via, jo = luogo) letteralmente significa “luogo dove si studia e si segue la via”. Il Dojo Kun varia in base alla scuola e allo stile. Quello sotto riportato si riferisce allo Shotokan.

– Hitotsu jinkaku kansei ni tsutomuru koto – Il Karate è mezzo per migliorare il carattere

– Hitotsu makoto no michi o mamoru koto – Il Karate è via di sincerità

– Hitotsu doryoku no seishin o yashinau koto – Il Karate è mezzo per rafforzare la costanza dello spirito

– Hitotsu reigi o omonzuru koto – Il Karate è mezzo per imparare il rispetto universale

– Hitotsu kekki no yu o imashimuru koto – Il Karate è mezzo per acquisire l’autocontrollo


– Le tecniche:

Le tecniche del karate vengono sostanzialmente caratterizzate attraverso tecniche senza armi, in particolare da colpi di pugno e calcio, da tecniche di bloccaggio e spazzate. Vengono utilizzate anche leve e proiezioni e nello studio più avanzato anche strangolamenti e colpi ai punti nervosi del corpo umano e tecniche di difesa o di applicazioni supportate da armi del Kobudo (come bastone e nunchaku).

L’elasticità, la velocità e la capacità di assorbimento dei colpi sono le chiavi per migliorare in questa disciplina: per questo bisogna allenarsi con costanza e in scuole con maestri di livello.


– I Kata:

Nel Kata, che significa “forma”, si racchiudono le tecniche diffuse dalle varie scuole: non viene considerato come un combattimento simbolico eseguito a vuoto, ma come un combattimento contro uno o più avversari. Gli elementi fondamentali per eseguire un buon kata sono tecnica, kime (la breve contrazione muscolare isometrica eseguita nell’istante della conclusione della tecnica), la potenza e il ritmo.


– Le cinture:

I colori delle cinture sono sette, corrispondenti a diversi livelli di “kyu” (bambino)” e “dan” (adulto)
6º kyu: cintura bianca
5º kyu: cintura gialla
4º kyu: cintura rossa
3º kyu: cintura verde
2º kyu: cintura blu
1º kyu: cintura marrone
cintura nera 1º dan
cintura nera 2º dan
cintura nera 3º dan
cintura nera 4º dan
cintura nera 5º dan
cintura nera 6º dan

Possono essere poi assegnate, esclusivamente per meriti, altre 4 cinture:
cintura nera 7º dan
cintura nera 8º dan
cintura nera 9º dan
cintura nera 10ºdan (detenuto unicamente dal caposcuola dello stile).

Da Karate Kid ad altri film il Karate è da sempre nell’immaginario collettivo l’arte marziale per eccellenza: una disciplina che vi sedurrà?

Foto da toro33