Idrocele: quali sono le cause, i sintomi e la cura? Si tratta di un sacco pieno di liquido, solitamente non doloroso, che circonda il testicolo e causa gonfiore. Nella maggior parte dei casi questa situazione si verifica nei neonati e tende a scomparire nel corso dei primi mesi di vita. L’idrocele, però, si può verificare anche nei ragazzi e negli adulti. In questo caso la causa è rappresentata da un’infiammazione o da lesioni interne. Spesso non è richiesta una cura per questo problema, ma è sempre consigliato rivolgersi ad un medico, per escludere altre eventuali condizioni.
Cause
L’idrocele può avere cause differenti in relazione all’età in cui si presenta. Di solito questa condizione interessa alcune fasce di età della vita di un uomo, colpendo soprattutto i neonati e le persone anziane. Tutto ciò, comunque, non vuol dire che non possa manifestarsi in altri periodi. Alcuni bambini nascono con una lieve forma della patologia. In altri casi i piccoli tra i 2 e i 5 anni possono incorrere nella malattia a causa dell’infiammazione dell’epididimo.
Esiste una forma di idrocele che viene definita congenita. Questo tipo della malattia non dura per molto tempo dopo la nascita del bambino e non è accompagnato da particolari disturbi. Se dovesse perdurare nel tempo, ci si dovrebbe informare con il pediatra o con il proprio medico di fiducia, per riuscire a comprendere quali soluzioni sia possibile apportare. Fra gli anziani le cause più comuni sono rappresentati da incidenti o infortuni che interessano la zona dello scroto.
Sintomi
I sintomi dell’idrocele iniziano con un leggero rigonfiamento dello scroto, che è dovuto alla presenza della sacca piena di liquido. Questo rigonfiamento si accompagna al dolore ai testicoli, che, con il tempo, può peggiorare. A livello clinico il rigonfiamento non si presenta come pericoloso, ma è molto fastidioso, anche perché rende impossibile sentire il testicolo al tatto. Tutto ciò accade a causa dell’accumulo di liquido all’interno della sacca dello scroto.
Cura
L’idrocele deve essere curato soprattutto se compare dopo il primo anno di età. Nel caso in cui si presenti la forma congenita, sarà il medico a suggerire il trattamento più specifico, a cui fare riferimento. Di solito questa patologia viene curata nei bambini in fase di crescita e nelle persone adulte, secondo le indicazioni date dallo specialista. Generalmente, per rimediare, occorre sottoporsi ad un intervento chirurgico. L’unica eccezione è rappresentata dalla possibilità che l’idrocele sia di tipo secondario, quando compare come conseguenza di un’altra patologia. In questi casi, infatti, è bene dare precedenza al trattamento del problema di fondo, quello che determina l’idrocele.
Nel caso dell’idrocele congenito si ricorre all’operazione se, nell’arco di 3 o 4 anni dalla nascita, l’accumulo di liquido non si sia riassorbito. L’operazione si effettua in anestesia locale e comporta un tempo di recupero che va da 24 ore ad alcuni giorni. Un altro tipo di terapia consiste nell’aspirazione attraverso apparecchiature particolari, che consentono di rimuovere il fluido in eccesso all’interno dello scroto.