Glicemia alta: sintomi e cosa mangiare

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La glicemia alta si ha quando la concentrazione di zucchero nel sangue supera il livello medio. I valori della glicemia, per essere considerati normali, dovrebbero essere compresi tra i 65 e i 110 mg/dl a digiuno. Fra i 90 e i 130 mg/dl bisognerebbe fare attenzione, perché si incorre in una condizione rischiosa, anche se non si soffre di diabete conclamato. D’altronde i rischi legati alla glicemia alta sono molti. Si può danneggiare l’organismo e in particolare alcune parti di esso, come i reni e le arterie. Nei casi più gravi si arriva alla chetoacidosi diabetica o al coma diabetico. Ecco perché è bene non sottovalutare determinati sintomi e allo stesso tempo sapere cosa mangiare, per regolarsi con l’alimentazione.

I sintomi

I sintomi della glicemia alta non sono sempre presenti. Spesso, infatti, quando i valori della glicemia sono in aumento, non si hanno specifiche manifestazioni. Tuttavia in certi casi si può riscontrare un preciso quadro sintomatologico. Si avverte una grande sensazione di sete, la minzione diventa frequente, anche di notte, la pelle è secca e la visione diventa sfocata.

Inoltre il soggetto può provare un senso di stanchezza e di sonnolenza costante e, in corrispondenza dell’aumento dell’appetito, ci può essere anche una perdita di peso che non si riesce a spiegare. Inoltre si può incorrere in una condizione di disidratazione con vertigini, stati confusionali e difficoltà di respirazione. Nei casi più gravi si arriva agli svenimenti.

Cosa mangiare

La dieta contro la glicemia alta assume un ruolo fondamentale. Il primo passo da compiere, per tenere sotto controllo il livello della glicemia, consiste proprio nello scegliere i cibi giusti. In linea di massima dobbiamo ricordare che per chi soffre di diabete il consumo quotidiano di alimenti non dovrebbe superare l’apporto di una quantità di kilocalorie compresa fra le 1.500 e le 1.900.

La maggior parte degli apporti dovrebbe derivare da fibre, grazie al consumo di verdura a foglia verde e di ortaggi. Va bene anche la frutta fresca, purché si faccia attenzione, in quanto alcuni frutti, come, ad esempio, le banane e il loto, potrebbero essere particolarmente zuccherini. I carboidrati, nonostante siano responsabili delle quantità di glucosio apportate all’organismo, dovrebbero essere limitati e non eliminati.

In fin dei conti non bisogna dimenticare che il loro indice glicemico può essere influenzato da molti fattori. Anche la cottura è tra gli elementi da non sottovalutare. Inoltre la pasta e il pane, essendo dei carboidrati complessi, sono in grado di rilasciare lo zucchero nel sangue in maniera graduale, senza picchi glicemici.