Frattura del polso: quali sono le cause, i sintomi e la cura? Spesso nei giovani una frattura di questo genere è causata dall’attività sportiva. Negli anziani, invece, il tutto può essere determinato da una caduta, visto che con l’età, a causa dell’osteoporosi, le ossa sono piuttosto fragili. Ci si accorge di essersi fratturati il polso in seguito all’ampio dolore che si prova nella zona interessata. Specialmente se si tratta di una frattura scomposta, non bisogna sottovalutare il problema e bisogna rivolgersi ad uno specialista, che potrebbe consigliare anche di sottoporsi ad un intervento chirurgico. Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
Le cause
Le cause della frattura del polso vanno rintracciate nelle cadute e negli intensi traumi che si possono riportare specialmente in seguito alla pratica di un’attività sportiva. Il polso costituisce un’articolazione piuttosto complessa, in grado di consentire un’ampia varietà di movimenti. Ma proprio questa complessità può essere all’origine di qualche movimento errato che, accompagnato da un trauma, può determinare la frattura. Negli anziani le cause sono da rintracciare soprattutto nelle cadute che si riscontrano perché più sottoposti all’azione dell’osteoporosi.
I sintomi
I sintomi della frattura del polso consistono specialmente in un forte dolore a livello locale, che può essere accompagnato anche dal gonfiore dell’articolazione. Con i movimenti del polso la sensazione dolorosa può subire dei cambiamenti, infatti può diventare più intensa. Certe volte, specialmente nelle fratture scomposte, è presente una certa deformità articolare. Nei casi meno gravi il dolore al polso può anche essere ridotto e tutto si può scambiare per una distorsione. E’ soltanto con i raggi x ed eventualmente una tac o una risonanza magnetica che ci si può rendere conto di essere in presenza di una frattura.
La cura
Per la cura della frattura del polso in genere viene scelto un approccio conservativo. Il medico rimette in sede le estremità ossee, un’operazione che viene eseguita con il paziente sotto sedazione. Poi le due ossa vengono mantenute in posizione attraverso un’ingessatura o per mezzo di un tutore che deve essere tenuto per circa 5 settimane. In certi casi può essere necessario sottoporsi all’intervento chirurgico. Questo è consigliato soprattutto quando l’osso perfora la pelle o quando sono presenti nell’area molti frammenti ossei. Con l’operazione si stabilizza la frattura, favorendone la guarigione. In seguito bisognerà affrontare un periodo di riabilitazione attraverso esercizi attivi e passivi, per riacquistare la forza muscolare.