I distillati analcolici: la nuova tendenza del bere healthy

Che siano questioni di salute o dietetiche, sono sempre di più le persone che scelgono i distillati analcolici, il giusto compromesso per chi non vuole rinunciare a un momento di piacere e di socialità a base di un buon cocktail oppure di un amaro.
Questo trend si è diffuso prima negli Stati Uniti e poi in Gran Bretagna, per poi toccare tutto il mondo, dove è sempre più diffusa una scelta di vita alcol-free.

La prima azienda ad andare incontro alla tendenza è stata la Seedlip, che dal 2014 produce proprio questo genere di prodotti a base sempre di erbe, spezie e frutta, ottenuti però senza l’utilizzo di alcol. Sono sempre di più i colossi del settore che si stanno affacciando al mondo della gradazione 0, magari rivedendo dei classici già apprezzati e conosciuti, oppure perfezionando una proposta ad hoc.

I mocktail, ovvero i cocktail analcolici, o virgin cocktail come venivano chiamati qualche tempo fa, grazie a queste evoluzioni hanno sapore e consistenza del tutto uguali ai gemelli alcolici. Hanno bisogno di particolare abilità per riuscire alla perfezione, me ben eseguiti permettono davvero a tutti di avvicinarsi ai sapori piacevoli e unici dei drink, senza doversi per forza accontentare di quelli iper-zuccherini o esclusivamente a base di frutta.

Per esempio, Tanqueray, azienda storica di gin, ne propone per il mercato spagnolo e inglese uno privo di alcol, mentre l’azienda italiana Sabatini che produce gin, invece, ha creato Gino, analcolico e molto richiesto in America e Inghilterra.

I distillati analcolici: perché sceglierli

Preferire un distillato analcolico è una scelta che viene fatta non soltanto per questioni di salute, ma anche etiche o dietetiche, oppure se si deve guidare o se si è in gravidanza. Queste sono tutte situazioni che solitamente porterebbero a scegliere di consumare bevande gassate, succhi di frutta oppure semplicemente acqua: ora invece è possibile vivere la stessa esperienza appagante di un distillato dal sapore avvolgente e non necessariamente dolce, ma anche amaro o speziato.

Il destino del mercato è quello di perfezionare la scelta e ampliarla: Sabatini fa sapere che entro il 2024 è previsto un calo del 10% del consumo delle bevande alcoliche, come conseguenza di una maggiore attenzione alla salute e a cosa beviamo e mangiamo, anche in maniera occasionale.

In UK, nazione storicamente consumatrice di alcolici, è aumentata del 31% la richiesta di “alcolici senza alcool” soprattutto da parte dei più giovani, ovvero della fascia d’età tra i 18 e i 24 anni, particolarmente attenta e consapevole.